No, il funzionamento neurobiologico che dà origine ai DSA non può essere cambiato dall’azione didattica, ma essa può essere funzionale alla compensazione delle difficoltà che esso origina, nell’apprendimento dei simboli e nel loro uso in attività di letto-scrittura e calcolo.
Può cioè facilitare l’apprendimento garantendo l’acquisizione dei prerequisiti e sotto aree prerequisite necessarie, può utilizzare un metodo che veicoli l’apprendimento strumentale di base, attraverso le specifiche modalità cognitive visivo-non verbali; può inoltre, garantire l’utilizzo di scelte didattiche e metodologiche che tengano conto del reale funzionamento cerebrale nell’acquisizione di tali abilità che rendano facilitato e naturale l’apprendimento.
Infine, oltre allo specifico ruolo preventivo, il metodo garantisce un’azione precocissima di rilevamento delle difficoltà e una delineazione precisa della loro origine. Dà così inizio ad una precocissima azione di recupero sia in attività scolastiche che, in collaborazione con la famiglia, extra-scolastiche più prettamente riabilitative.